La vocazione turistica per il Comune della costa settentrionale siciliana definita già da Cicerone come la “Una delle città più ricche della Sicilia" in epoca romana.
Nel cuore della provincia di Messina, lungo una costa che si staglia tra mare e montagne, si trova Tusa, un piccolo comune che nasconde una storia millenaria e un fascino naturale in grado di conquistare anche i turisti più esigenti. Sebbene spesso sottovalutata rispetto ad altre destinazioni più note della Sicilia, Tusa sta lentamente emergendo come una meta intrigante per chi desidera scoprire luoghi autentici, lontani dai grandi flussi turistici.
Le prime testimonianze dell’esistenza di un abitato nel territorio risalgono al 403 a.C. anno di fondazione della città di Halaesa Arconidea da Arconide, signore di Herbita. Nel 339 a.C. Halaesa entrò a far parte della symmachia, una alleanza militare siculo-greca voluta da Timoleonte per liberare Siracusa dalla tirannide.
Successivamente, nel 264 a.C. allo scoppio della prima guerra punica, Halaesa si alleò con Roma. A seguito di questa alleanza ebbe i privilegi di essere esentata dal versamento della decima, di eleggere senatori e magistrati e governarsi autonomamente. Sotto Augusto divenne “Municipium” romano. In età imperiale subì un progressivo declinio, che raggiunse il culmine quando venne saccheggiata dagli arabi nella metà del IX secolo.
Nell’846 dopo un violento sisma, quasi tutta la popolazione abbandonò Halaesa e si trasferì poco distante, nel luogo dove oggi sorge il Borgo di Tusa. Il toponimo “Tusa” deriva dall’arabo tasa col significato di “nuovo, recente”.
Tusa continuò a prosperare grazie alla sua fertile valle e alla posizione favorevole per il commercio marittimo.