Patrimonio storico dall'immenso valore storico culturale che arricchisce il nostro territorio.
Le tracce di un passato così ricco e storicamente rilevante sono ancora visibili nei resti disseminati nella zona. L’ampia area archeologica di Halaesa Arconidea, poco distante dal borgo di Tusa, è uno dei luoghi più suggestivi, dove si possono ammirare le rovine della città antica, le terme, il teatro, che testimoniano la grandezza di questa civiltà. Si tratta di un patrimonio storico di valore inestimabile, di grandissimo interesse per la qualità, la quantità e la preziosità dei reperti contenuti, tra i più vasti e meglio conservati d’Italia, che fa di Tusa un punto di riferimento per gli appassionati di archeologia, storia e cultura.
AREA ARCHEOLOGICA DI HALAESA ARCONIDEA E ANTIQUARIUM
Contrada Santa Maria delle Palate, SP177
98079 Tusa (ME)
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L’antica città di Halaesa Archonidea, collocata sul versante orientale di una collina prospicente al Mar Tirreno, è posta lungo la bassa valle del torrente Tusa, l’antico fiume Halaisos. Secondo le fonti antiche (Diod.XIV, 16, 1-4) la città è stata fondata nel 403 a.C. da Archonides, signore di Herbita, su una collina distante 8 stadi (circa 1.500 m) dal mare. Nel corso dell’età ellenistico-romana Halaesa è ricordata per la ricchezza economica dovuta alle attività commerciali svolte per mare, ma soprattutto per il rapporto privilegiato con la città di Roma. Essa, insieme ad altre quattro città della Sicilia, ha goduto di grandi privilegi, mantenendo l’immunità dai tributi. Cicerone, infatti, nelle Verrine inserisce questo centro tra le civitates immunes ac liberae con condizione privilegiata (Cic. Verr. III, 6, 13.). In età augustea la città ha ottenuto il titolo di municipium e per tutta l’età imperiale è stata una delle più importanti della costa settentrionale dell’isola, al punto da essere considerata il porto principale dal quale partivano i prodotti agrari dell’entroterra isolano.
Le ricerche nel sito archeologico sono state avviate alla fine del XIX secolo, quando Antonio Salinas nel 1899 scoprì il cd. colombario ed una porzione della necropoli meridionale. Tuttavia, le prime campagne di scavo archeologico furono condotte dapprima nel 1942 da Luigi Bernabò Brea, poi tra il 1952 ed il 1956 da Gianfilippo Carettoni con lo scavo delle fortificazioni, del cd. Santuario di Apollo e di altri settori della città. Le ricerche ripresero negli anni’70 con lo scavo dell’agorà monumentale sotto la guida di Giacomo Scibona e proseguirono nella stessa area tra il 2003-2004 dalla Soprintendenza di Messina, la quale estese le ricerche al Cardo Maximus e a tutto il settore meridionale della città. Queste ultime ricerche hanno consentito di mettere in luce la monumentalità dell’abitato che, oltre un impianto ortogonale con assi viari paralleli e perpendicolari, era dotato di diversi monumenti pubblici di grandi dimensioni. Dopo questa stagione di scavi, le ricerche nel sito sono riprese nel 2016 con diverse missioni, italiane e straniere, che ancora oggi lavorano all’interno dell’antico circuito murario.
La missione italo-inglese delle Università di Messina e Oxford, coordinata dal Prof. Lorenzo Campagna (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina) e dal Prof. Jonathan Prag (Faculty of Classics – University of Oxford), scava sulla sommità dell’Acropoli Settentrionale, dov’è stato intercettato il Santuario di Apollo. Le recenti indagini hanno consentito di mettere in luce una grande piazza, pavimentata con mattoni in terracotta ed occupata, in corrispondenza della metà Nord, da una piattaforma rettangolare lunga oltre 40,00 m. Sulla sommità di quest’ultima ancora oggi si ergono i basamenti su alto podio di tre edifici templari del tipo romano-italico con la fronte rivolta ad Est. Nello spazio tra le due acropoli, ad una quota leggermente inferiore, gli scavi archeologici hanno consentito di intercettare anche la porzione più orientale di una struttura di forma rettangolare, identificata con un possente altare monumentale del tipo a gradini.
La missione francese dell’Université de Picardie Jules Verne di Amiens, guidata dalla Prof.ssa Michela Costanzi, opera invece sull’Acropoli Meridionale, dove sono stati intercettati un edificio a pianta rettangolare di grandi dimensioni, forse una struttura connessa al Santuario di Apollo, ed un’area produttiva con fornaci di piccole dimensioni e cisterne per l’approvvigionamento idrico. La missione francese nel corso degli anni ha indagato anche diversi settori della città, concentrandosi in particolare lungo le pendici orientali delle due acropoli dove, ai piedi del cd. muro a contrafforti, è stato scoperto il teatro. Alle spalle della scena, le ricerche si sono poi focalizzate su un settore delle fortificazioni, in corrispondenza di una delle porte di accesso alla città (Porta IA Carettoni).
La missione dell’Università degli Studi di Palermo, il cui responsabile scientifico è il Prof. Aurelio Burgio (Dipartimento di Culture e Società), si occupa invece delle indagini nel settore orientale della città. In quest’area, oltre un importante tratto del circuito murario comprendente una postierla e una torre a pianta quadrangolare in blocchi squadrati, è stato portato alla luce un reticolo di strade parallele e perpendicolari che nei prossimi anni contribuirà a ridefinire l’assetto urbanistico della città ellenistica e romana. Negli ultimi anni la missione palermitana, a ridosso di questo settore di scavo, ha intercettato anche un grande edificio termale composto da due vani con pavimento a mosaico e da un cortile con ali porticate. Questo, per il ricco apparato decorativo e per le dimensioni (circa 800 mq), è stato identificato con l’edificio termale più grande dell’Isola.
La Missione Archeologica dell’Université de Picardie Jules Verne di Amiens (Dir. Prof. Michela Costanzi) opera nel sito di Halaesa grazie a un accordo con il Parco Archeologico di Tindari e il Comu [...]
La missione archeologica francese dell’Université de Picardie Jules Verne di Amiens a Halaesa ha portato alla luce una scoperta straordinaria: un antico teatro, sepolto per secoli sotto [...]
• Burgio A., De Domenico R., Marino G., Modica F. S., Polizzi G., Randazzo M., Schepis L., Halaesa Arconidea (Tusa, Messina). Primi risultati dagli scavi delle fortificazioni, settore nord-est, in The Journal of Fasti Online (ISSN 1828-3179), 2023.
• Carettoni G., Tusa (Messina). Scavi di Halaesa. Prima relazione, in NSA XVI, 1959, pp. 293-349.
• Carettoni G., Tusa (Messina). Scavi di Halaesa. Seconda relazione, in NSA XV, 1961, pp. 266-321.
Costanzi M. (a cura di), Halaesa, du site à la cité, de la cité au site, Actes du colloque international, Amiens, (2-3 Decembre 2021), Supplementi di Kokalos 24, Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma, 2021.
• Campagna L., Prag J. R. W., Miano M., Dalglish D., Il Santuario di Apollo ad Alesa Arconidea: gli scavi della Missione delle Università di Messina e di Oxford (2022-2023), in L’Isola dei tesori. Ricerca archeologica e nuove acquisizioni, Atti del Convegno Internazionale (Agrigento 14-17 dicembre 2023), Museo Archeologico Regionale P. Griffo, 2024, pp. 135-142.
• Facella A., Alesa Arconidea. Ricerche su un’antica città della Sicilia tirrenica, Pisa 2006.
• Scibona G., Tigano G., Alaisa-Halaesa. Scavi e ricerche (1970-2007), Gem Editore, Messina 2009.
Acropoli meridionale
• Acropoli meridionale : vista della parte nord del sito di Alesa con le due acropoli (acropoli meridionale in primo piano) (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto J. Porteman)
• Acropoli meridionale: vista da sud (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto J. Porteman)
• Acropoli meridionale: vista da nord con il muro a contrafforti che supportava un sistema di terrazze culminanti con quella dell’acropoli meridionale (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto J. Porteman)
• l’Equipe della missione 2024 (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto J. Porteman)
Teatro
• Teatro di Alesa – Vista d’insieme del teatro e del sito (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto M. Materazzi)
• Teatro di Alesa – Vista del teatro, con il muro a contrafforti in alto, ed il muro della parodos meridionale, in basso a sinistra (Archivio della Missione Archeologica Francese dell’UPJV-Università di Amiens, foto M. Materazzi)